Un'opera d'arte può essere più misteriosa di un thriller? "Misteri ed Enigmi - Nell'archeologia e nell'arte" di Claudio Saporetti - Edito da La Lepre Edizioni.
A cura di Manuela Moschin
Sulla quarta di copertina del saggio di
Claudio Saporetti si trova un quesito piuttosto accattivante:
"Un'opera d'arte può essere più misteriosa di un thriller?". Vediamo perché:
E' uscito da poco un saggio che racchiude in un unico volume l'analisi di una serie di opere d'arte trattate
dall'assirologo, archeologo e storico dell'arte Claudio Saporetti, oltre che direttore della nota rivista Geo-Archeologia. Il volume rappresenta uno straordinario viaggio all'interno delle opere, dove l'autore si concentra esaminando alcuni misteri appartenenti sia all'ambito archeologico e sia a quello artistico.
La particolarità di questo libro è che l'autore non si sofferma ad analizzare i capolavori soltanto da un unico punto di vista ma ne coglie le svariate sfaccettature. La partecipazione attiva da parte del lettore e la condivisione di ipotesi, pensieri, riflessioni e analisi proposte dallo scrittore sono il fiore all'occhiello di quest'opera.
E' estremamente utile perché stimola a interrogarsi sulla natura delle opere, immergendo il lettore all'interno di un museo virtuale.
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Paul Gauguin ""Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?" 1897 olio su tela cm.139x374.5 Museum of Fine Arts, Boston |
Paul Gauguin "Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?" 1897 olio su tela cm.139x374.5 Museum of Fine Arts, Boston
Ma che cos'è un'opera d'arte? L'artista cosa desiderò simboleggiare? Osservando ad esempio, il celebre dipinto di
Paul Gauguin intitolato "Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?", ci chiediamo a cosa stava pensando l'artista quando lo dipinse, oppure cosa ha voluto simboleggiare? Perché ha dipinto un bambino sdraiato sulla schiena? Qual è il significato di quella signora anziana accovacciata? A cosa allude il titolo del dipinto? Questi e molti altri enigmi vengono analizzati dall'autore, entrando in punta dei piedi, perché la sua è una ricerca meditata che considera anche le tesi dei grandi studiosi del passato.
Scrive l'autore Claudio Saporetti:"Per capire un quadro bisogna comprendere soprattutto quello che l'Autore voleva dire, cosa sentiva (lui, non noi) tanto profondamente da potercelo comunicare, sia pure imperfettamente." e ancora:"...troppi sono quelli che interpretano un quadro guardando solo sé stessi"
La spiritualità di Gauguin appare in tutte le sue opere. Una pittura pensata e sentita. "Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo" è un dipinto che fu realizzato in un periodo buio della vita dell'artista. Si tratta di una specie di testamento spirituale, in quanto egli lo eseguì poco prima di un tentativo di suicidio. Alcuni significati appaiono palesi, come ad esempio la nascita, la vita e la morte, altri invece, sono stati svelati in una lettera che Gauguin scrisse a un amico.
Saporetti sottolinea che "il caso Gauguin" è di una più semplice interpretazione poiché:
"Gauguin ne ha scritto lui stesso, anche se certo non in modo esauriente ed esaustivo".
L'autore nei confronti di quest'opera conclude dicendo:"Il quadro sembra allora rispondere così al titolo che si è imposto: queste tre domande non sono che parole vane. In fondo veniamo dalla nascita, andiamo verso la morte, viviamo nel contrasto perenne che c'è tra il desiderio di vivere puri e incontaminati, liberi e nudi, e l'essere invece costretti a parlare, pensare, porsi problemi che guastano la vita, a preoccuparsi insomma del proprio destino, vivendo in una società di convenienza dove bisogna affrontare, vestiti, il tran tran della vita."
Tiziano Vecellio "Amor Sacro e Amor Profano" 1515 ca. olio su tela, cm. 118x278 Galleria Borghese, Roma
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Tiziano Vecellio "Amor Sacro e Amor Profano" 1515 ca. olio su tela, cm. 118x278 Galleria Borghese, Roma
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Dettaglio Tiziano Vecellio "Amor Sacro e Amor Profano" 1515 ca. olio su tela, cm. 118x278 Galleria Borghese, Roma
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Dettaglio Tiziano Vecellio "Amor Sacro e Amor Profano" 1515 ca. olio su tela, cm. 118x278 Galleria Borghese, Roma |
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Dettaglio Tiziano Vecellio "Amor Sacro e Amor Profano" 1515 ca. olio su tela, cm. 118x278 Galleria Borghese, Roma |
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Dettaglio Tiziano Vecellio "Amor Sacro e Amor Profano" 1515 ca. olio su tela, cm. 118x278 Galleria Borghese, Roma |
Il grande maestro Tiziano Vecellio ci ha lasciato una quantità enorme di dipinti tra i quali ce n'è uno che è stato oggetto di analisi e di ricerca da parte di molti studiosi, ovverosia il dipinto "Amor Sacro e Amor Profano". Saporetti ci propone l'opera confrontando le teorie e i pensieri che hanno incuriosito da sempre la maggior parte degli studiosi.
Scrive Saporetti:"Ha fatto scorrere fiumi d'inchiostro per tentare di spiegarne il mistero, ma davvero di mistero si tratta? Ci si è chiesto: si tratta d'amor di patria o d'amor filiale, oppure d'amor cortese e d'amor profano, oppure si tratta di Venere che tenta di spiegare a Medea che è meglio lasciar perdere i sentimenti di vendetta? Queste sono alcune delle interpretazioni, e già viene da titubare..."
Andrea del Verrocchio, Leonardo da Vinci e aiuti "Il Battesimo di Cristo" 1475-1478 olio e tempera su tavola, Galleria degli Uffizi Firenze
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Andrea del Verrocchio, Leonardo da Vinci e aiuti "Il Battesimo di Cristo" 1475-1478 olio e tempera su tavola, Galleria degli Uffizi Firenze |
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Dettaglio (l'Angelo dipinto da Leonardo da Vinci) -
Andrea del Verrocchio, Leonardo da Vinci e aiuti "Il Battesimo di Cristo" 1475-1478 olio e tempera su tavola, Galleria degli Uffizi Firenze |
Lo scrittore racconta i vari misteri legati all'opera intitolata "Il Battesimo di Cristo" eseguita da Andrea del Verrocchio, da suoi collaboratori e con la partecipazione di Leonardo da Vinci per la realizzazione dell'angelo di sinistra. L'opera è conservata nella Galleria degli Uffizi a Firenze. Egli scrive che si tratta di un
"quadro singolare" poiché il Vasari nelle
Vite dichiarò che il Verrocchio dopo aver visto l'angelo di Leonardo
"smise di dipingere". Saporetti parte da una serie di osservazioni confutando e riflettendo sull'effettiva collaborazione di Leonardo nell'esecuzione dell'opera.
Scrisse il Vasari: "(Per) Andrea del Verrocchio (...che stava) faccendo una tavola dove San Giovanni battezzava Cristo, Leonardo lavorò un Angelo, che teneva alcune vesti; e benché fosse giovanetto, lo condusse di tal maniera che molto meglio de le figure d'Andrea stava l'Angelo di Leonardo. Il che fu cagione ch'Andrea mai più non volle toccar colori, sdegnatosi che un fanciullo ne sapesse più di lui."
Racconta Saporetti:"A parte altre collaborazioni in varie opere, è stranota la partecipazione di Leonardo nel quadro del Verrocchio "Il Battesimo di Cristo", dove ha dipinto l'angelo di sinistra, oltre ad aver effettuato qualche altro intervento nello sfondo e nell'aggraziare il corpo di Cristo con lumeggiamenti in olio. Difatti Leonardo usò la pittura ad olio, mentre il resto del dipinto è stato realizzato a tempera".
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Sarcofago di Tabnit, Museo archeologico di Instabul, Turchia (Photo by Giovanni dall'Orto) |
Anche il Sarcofago di Tabnit è stato oggetto di analisi da parte dell'autore che, a tal proposito, ha rilevato delle curiose discrepanze relative alla sua storia. Secondo lo storico dell'arte Saporetti:
"Il sarcofago vero e proprio, infatti, non coincide con il suo coperchio in due punti: in corrispondenza della testa ad un certo punto rientra, mentre in corrispondenza dei piedi manca una fetta triangolare... ". Lo scrittore continua spiegandone i motivi...
Biografia - Claudio Saporetti
Claudio Saporetti (Fidenza 1938), assirologo, ha insegnato in varie università, italiane ed estere. Dirigente di Ricerca al Consiglio Nazionale delle Ricerche e Commendatore al Merito della Repubblica, ha vinto il Premio Le Muse per la Storia. Direttore della rivista Geo-Archeologia, si èoccupato anche di Beni Culturali, di Arte medioevale, di Ciprominoico e di Archeologia greca. Ha lavorato per il Ministero degli Esteri alla catalogazione virtuale dei reperti dell’Iraq Museum di Baghdad e partecipato a vari scavi in Iraq. Ha scritto circa trecento contributi scientifici e oltre sessanta libri con vari editori. È presidente dell’Associazione Geo-Archeologica Italiana.
Descrizione "Misteri ed Enigmi - Nell'archeologia e nell'arte"
È successo a tutti noi di restare incantati davanti a un’opera d’arte, ma al tempo stesso di percepire che nasconde un segreto, presenta un enigma, non rivela pienamente lo scopo per cui è stata creata. Di chiederci il significato di un oggetto misterioso in un museo, o di un particolare simbolo in un quadro.
Oppure una statua o un affresco in una cattedrale richiamano ricordi lontani o suscitano associazioni improvvise. Claudio Saporetti, assirologo, archeologo e storico dell’arte, direttore della rivista Geo-Archeologia, durante i suoi viaggi, in Italia e in Medio Oriente ha raccolto pensieri, idee e ipotesi sul nostro patrimonio artistico, misurandosi con enigmi piccoli e grandi, a volte risolvendoli in modo brillante, altre volte lasciandoci in eredità sia il compito di diradare la nebbia che li avvolge, sia la passione necessaria per risolverli. Ne è nato questo libro, certo più denso di problemi che di soluzioni. Ma è meglio tramandare ad altri problemi irrisolti, piuttosto che ignorarli per sempre.
Sperando di avervi incuriositi vi saluto di cuore in arte.
Manuela
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